13.05.2025 – Progetto di Webuild sull’approvvigionamento idrico. Legambiente: no a soluzioni avveniristiche ma buon senso e capacità tecniche applicati con serietà e costanza ad un sistema che va rinnovato di sana pianta
- data Maggio 13, 2025
- autore ufficiostampa
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È di queste ore la notizia di una progettualità presentata da Webuild che risolverebbe i problemi di approvvigionamento idrico siciliano con una operazione infrastrutturale i cui dettagli sono tuttora top secret.
Pare si tratti, comunque, di dissalatori, quindi di immissione in rete di acque il cui costo all’uscita dagli impianti sarebbe di almeno quattro volte superiore a quello, già altissimo, dell’acqua “venduta” da Siciliacque ai diversi gestori. E, non dimentichiamolo, a questo costo elevatissimo, andrebbe aggiunto non solo il costo di acquedotto e di gestione ma, anche, quello del sollevamento delle acque che, in ogni caso, verrebbero immesse in rete a quota zero.
Legambiente Sicilia non può che ribadire che la soluzione data dalla desalinizzazione non può che essere una soluzione d’emergenza e non la risposta principale al fabbisogno idrico sia potabile che agricolo come industriale.
“La Sicilia ad oggi ha, invece, – dichiara Tommaso Castronovo, presidente di Legambiente Sicilia- una necessità estrema che è quella di rivedere la struttura di sovrambito ad oggi inefficiente e in cattive condizioni economiche, palesemente incapace di soddisfare le esigenze manutentive ordinarie e straordinarie di una rete ridotta ad un colabrodo e di invasi spesso impossibilitati a contenere le quantità utili”.
“L’estate prossima ventura verrà affrontata con gli stessi spettri di quella scorsa- aggiunge Giuseppe Amato, responsabile risorse idriche di Legambiente Sicilia-, con bacini già oggi ai minimi storici. In Sicilia occidentale gli invasi, ben che vada, sono ad un terzo della loro capacità ed in alcuni casi ben sotto. Così è per il Rosamarina fermo, il primo aprile, a 20 Mmc sui 100 di capacità o per il Fanaco a soli 3,91 Mmc sui 20,7 di capacità”.
Un intero anno durante il quale al di là delle piogge scese, ben poco si è visto in termini di cantieristica.
Ancor di meno è accaduto nel campo della depurazione che ci vede ancora fanalino di coda in tutta Europa con enormi contingenti di acque che non solo non possono essere utilizzate ma che riducono il reticolo idrografico siciliano ad una enorme fogna a cielo aperto.
Allora non soluzioni avveniristiche ma buon senso e capacità tecniche applicati con serietà e costanza ad un sistema che va rinnovato di sana pianta
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