17.07.2025 – 39esima edizione di Goletta Verde, la storica campagna estiva di Legambiente che solca i mari in difesa delle acque e delle coste. Blitz di Goletta Verde a terra e a mare di fronte al SIN di Priolo con lo striscione “Nel Nome del Popolo Inquinato – Bonifica subito!” per denunciare le bonifiche mai completate nelle aree del SIN di Priolo e la cattiva gestione del depuratore IAS e chiedere Ecogiustizia subito
- data Luglio 17, 2025
- autore ufficiostampa
- In COMUNICATI STAMPA
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Blitz di Goletta Verde questa mattina a terra e a mare presso il Canale Alpina, a Melilli, di fronte al SIN di Priolo. Qui gli attivisti e le attiviste di Legambiente al grido “Ecogiustizia subito” hanno srotolato gli striscioni “Nel Nome del Popolo Inquinato” a bordo di Goletta verde e “Bonifica subito!” da terra, per denunciare l’ennesima storia italiana fatta di promesse mancate, ritardi burocratici, tempi incerti e fondi bloccati. Nell’area del SIN le bonifiche non sono state mai completate, è dal 1998 che si parla di bonificare l’area ma senza successo. Inoltre, c’è il problema della cattiva gestione del depuratore IAS. I dati raccolti da Legambiente e rilanciati oggi in occasione del Blitz di Goletta Verde restituiscono il quadro della situazione e l’urgenza di mettere in campo azioni di intervento non più rimandabili a partire da un approfondimento dello stato di inquinamento dell’area e la ripartizione degli oneri dei costi della bonifica secondo il principio di “chi inquina paga”.
Il S.I.N di Priolo si estende lungo la costa sudorientale della Sicilia affacciandosi al mare per circa 30 km e comprende i comuni di Augusta, Priolo, Melilli e Siracusa ed è conosciuto per la presenza di impianti di carattere chimico e petrolchimico (prevalentemente raffinerie), cementerie, un inceneritore per rifiuti speciali pericolosi, centrali termoelettriche, un depuratore pubblico consortile (IAS) per il trattamento dei reflui industriali e civili e due privati (TAS e Priolo servizi), discariche, l’impianto dismesso di trattamento/lavorazione amianto della ex Eternit, l’impianto Cloro-Soda della ex Enichem e l’area portuale. La contaminazione ha compromesso sia il suolo (da materiali e sostanze pericolose come idrocarburi pesanti e leggeri, IPA, alifatici clorurati, BTEX, diossine, amianto, metalli pesanti e ceneri di pirite) che le falde (da prodotti petroliferi, cloruri, metalli pesanti, idrocarburi pesanti, esaclorobenzene e diossine). Altre problematiche sono la scadente qualità dell’aria, dovuta alle significative emissioni provenienti dal polo petrolchimico, l’alterazione e impoverimento della falda idrica, causati dalla pressione di emungimento delle industrie nel corso degli anni.
“Dei 5.075 ettari di aree a terra e dei 10.129 di area a mare, secondo i dati del Ministero dell’ambiente, dal 1998 a giugno 2024 risultano bonificati con certificazioni appena il 2,2% (129 ettari) e il 2,1% (121 ettari) – dichiara Tommaso Castronovo, Presidente Legambiente Sicilia. Oltre il 90% del territorio contaminato è in attesa di bonifiche, e la gente che vive nelle zone limitrofe continua ad essere esposta a sostanze contaminanti quali amianto, diossine, PCB, metalli pesanti e solventi, con la conseguenza di un altissimo tasso di tumori e morte in questo territorio. Bisogna accelerare i tempi per la bonifica ed investire anche sulla riconversione industriale delle produzioni inquinanti, rendendole più pulite e innovative, basate sull’uso dei fonti rinnovabili e sul risparmio delle risorse.”
“Il SIN di Priolo è stata una delle tappe della nostra campagna “Ecogiustizia subito, in nome del popolo inquinato” – dichiara Alice De Marco, portavoce di Goletta Verde – che è nata con lo scopo di affermare il principio di giustizia ambientale nei Siti d’interesse nazionale da bonificare, chiedere impegni concreti e tempi certi per le bonifiche, l’applicazione del principio “chi inquina paga”, il diritto alla salute e alla transizione ecologica come strategia per garantire lo sviluppo economico e sociale dei territori inquinati. Le istituzioni devono accelerare i tempi, e mettere al centro la salute dei cittadini e delle cittadine, garantendo una giustizia ambientale e sociale ed evitando una condanna all’Italia come quella della Corte europea dei diritti umani (Cedu) per non avere garantito il diritto alla vita degli abitanti della Terra dei fuochi in Campania”.
Inoltre, nel 2022 in seguito al sequestro per disastro ambientale del depuratore IAS di Priolo Gargallo, il Governo, nel settembre del 2023, ha messo a punto il decreto “Salva Isab”, con lo scopo di garantire l’approvvigionamento di carburante attraverso la continuità produttiva dello stabilimento. Le criticità ambientali sono state messe in secondo piano e il Decreto fu, successivamente, bocciato dalla Corte costituzionale e infine disapplicato dal GIP. Ad oggi il destino del depuratore, e quello di molti lavoratori, è incerto: in assenza di un piano di azione di risanamento tecnico e gestionale e di una lungimirante politica industriale, pare sia inevitabile la sua chiusura.
4 azioni di intervento: Con la campagna “ Ecogiustizia subito” Legambiente insieme a ACLI, AGESCI, ARCI, Azione Cattolica Italiana, e Libera ha proposto 4 azioni di intervento contenute nel Patto di comunità e che Goletta Verde rilancia oggi : 1) un approfondimento dello stato di inquinamento dell’area e la ripartizione degli oneri dei costi della bonifica secondo il principio di “chi inquina paga”; 2) la bonifica immediata delle aree, a partire da quelle dove è già possibile, come il vecchio impianto Cloro-Soda e della relativa falda, ostaggio del rimpallo di responsabilità tra enti e aziende; 3) la ristrutturazione, revisione, razionalizzazione ed efficientamento del depuratore IAS, grazie all’utilizzo delle risorse del Fondo sviluppo e coesione 2021-2027, rendendolo idoneo al trattamento dei reflui provenienti anche da Siracusa nord e Augusta, così da evitare i prelievi di acqua di falda e la costruzione ex novo di ulteriori depuratori (come quello a Punta Cugno); 4) la riconversione dell’intero comparto industriale metalmeccanico e petrolchimico con la realizzazione di impianti industriali dell’economia circolare e della filiera delle rinnovabili, abbattendo le emissioni climalteranti dei cicli produttivi più energivori e producendo nuovi posti di lavoro.
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