18.12.2025 – Pendolaria focus sulla Sicilia. Il ponte sullo stretto un pozzo (dei desideri) senza fondo che drena gli investimenti per le vere priorità per il trasporto pubblico regionale e locale. Scelte infrastrutturali sbilanciate: al Ponte sullo Stretto destinati 15 miliardi di euro per poco più di 3 km, mentre con un terzo di quella cifra sono in realizzazione 250 km di nuove linee tranviarie. I paradossi dei nuovi treni che usurano le rotaie mettendo a rischio la sicurezza
- data Dicembre 19, 2025
- autore ufficiostampa
- In COMUNICATI STAMPA
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“Mentre sono stati destinati 1,2 miliardi dal Fondo di Sviluppo e Coesione per la realizzazione del Ponte sullo Stretto, in Sicilia restano aperte ferite storiche come la Catania–Caltagirone–Gela, interrotta dal 2011, e la Palermo–Trapani via Milo, chiusa dal 2013: collegamenti ferroviari fondamentali fermi da oltre un decennio. Il governo, invece, si ostina a voler realizzare un’opera inutile, ambientalmente insostenibile, sonoramente bocciata dalla Corte dei Conti e oltremodo costosa. Un pozzo (dei desideri) senza fondo, che drena risorse e investimenti destinati alle vere priorità del trasporto pubblico regionale e locale: con un terzo dei 15 miliardi di euro previsti per la costruzione di poco più di tre chilometri di ponte, si stanno realizzando 250 chilometri di tranvie in undici città italiane. Nel 20° Rapporto Pendolaria di Legambiente – dichiara Tommaso Castronovo, presidente di Legambiente Sicilia – emergono numerose criticità e persino paradossi, come nel caso della linea Siracusa–Ragusa–Caltanissetta, dove le rotaie si usurano al passaggio dei nuovi convogli, mettendo a rischio la sicurezza. Continuare a rinviare o a definanziare gli investimenti nel trasporto su ferro, come sta avvenendo con le più recenti scelte sulla legge di bilancio, significa scaricare i costi della mobilità sulle persone, non solo economici, ma anche ambientali e sanitari.”
Pendolaria 2025
Le infrastrutture di mobilità urbana finanziate tramite PNRR e altri fondi
Progetti critici o con difficoltà
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Metropolitane (M) /Tram (T) |
Km |
Costo |
|
M. Catania: Misterbianco -Belpasso e tratta fino a Paternò, tratta Stesicoro-Aeroporto, tratta Nesima-Misterbianco |
25,1 |
1.028.371.000 |
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T. Palermo: tratte A, B, C, D, E2, F, G |
64,2 |
685.271.713 |
Tra le infrastrutture che ancora necessitano della gran parte dei finanziamenti necessari alla loro realizzazione, e che sono attese da troppo tempo, si annoverano in Sicilia: la velocizzazione della Siracusa- Ragusa-Gela (200 milioni mancanti); il ripristino della Caltagirone-Gela (106 milioni mancanti)
La spesa delle Regione Sicilia per il servizio ferroviario regionale nel 2024
Con la riforma Bassanini del 1999 che ha previsto la regionalizzazione dei trasporti le Regioni avrebbero dovuto portare a individuare risorse nel proprio bilancio da aggiungere a quelle statali per potenziare il servizio (ossia più corse) e per il materiale rotabile (dunque treni nuovi e/o riqualificati).
In Sicilia negli ultimi 5 anni lo stanziamento sul bilancio regionale è stato in media pari solo allo 0,35%.
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Anno |
Stanziamenti per il servizio (mln euro) |
Stanziamenti per il materiale rotabile (mln euro) |
Stanziamenti sul bilancio regionale (%) |
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2024 |
33,34 |
54 |
0,41 |
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2023 |
6,31 |
143,9 |
0,73 |
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2022 |
4,55 |
28,09 |
0,16 |
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2021 |
0 |
57 |
0,27 |
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|
2020 |
0 |
44,3 |
0,21 |
Viaggiatori al giorno
Negli ultimi tre anni il numero di viaggiatori non ha registrato incrementi significativi, attestandosi intorno ai 54.000 passeggeri. Anzi, nel 2024 si è rilevata una lieve diminuzione (53.800 contro i 54.600 del 2023).
È necessario spostare un numero molto maggiore di persone dall’utilizzo del mezzo privato e inquinante a quello del trasporto ferroviario e collettivo, per raggiungere gli importanti obiettivi di riduzione delle emissioni di gas climalteranti nel settore dei trasporti e per migliorare la qualità dell’aria. Allo stesso tempo, è fondamentale far crescere la qualità del servizio offerto, soprattutto perché la domanda di mobilità si concentra su distanze che possono trovare un’alternativa efficace in servizi di trasporto collettivo efficienti e integrati.
Numero ed età dei treni
Ancora troppo pochi i treni che viaggiano sulla rete ferroviaria siciliana, ancora per l’85% a binario unico e solo poco più del 54% elettrificata. In Sicilia sono 115 i treni che compongono la flotta regionale, contro i 226 del Piemonte e della Campania e 215 dell’Emila Romagna. I treni gestiti da Trenitalia mostrano un’età media di 11 anni mentre quelli di Circumetnea superano i 34 anni. Purtroppo nella nostra regione va segnalata una situazione assurda, quella dei nuovi treni Blues sulla linea Siracusa-Ragusa-Caltanissetta, dove le rotaie si usurano al passaggio dei nuovi convogli mettendo a rischio la sicurezza. Sono quindi quasi 5 mesi che i pendolari della tratta sono costretti a utilizzare bus sostitutivi.
Le linee siciliane dimenticate
Purtroppo, nessun miglioramento si segnala per la linea Catania-Caltagirone- Niscemi-Gela. Oltre ai lavori di ammodernamento e alle continue cancellazioni di treni, con le corse effettuati con bus sostitutivi, nulla è cambiato per quanto riguarda la ricostruzione del viadotto Carbone crollato nell’ormai lontano 2011. Va ricordato che il progetto in corso prevede solo l’ammodernamento della linea, senza elettrificazione, senza prevedere un secondo binario e senza alcun miglioramento della velocità commerciale attuale, 42 km/h, da Catania a Caltagirone.
In Sicilia va segnalata la beffa per i viaggiatori della Piraineto-Castelvetrano-Trapani che, dopo circa un anno e mezzo dalla chiusura (aprile 2024) dovuta a lavori di ammodernamento e soppressione di alcuni passaggi a livello, non ha visto alcun miglioramento alla sua riapertura a giugno 2025. Anzi, si sono verificati disagi per problemi ai passaggi a livello di Mozia-Birgi e Marausa che hanno causato cancellazioni, con i bus sostitutivi insufficienti a compensare il servizio. Lo scorso 22 ottobre dei 26 treni programmati ne sono stati soppressi ben 13. In parallelo risultano fermi i lavori di ammodernamento ed elettrificazione della linea Alcamo-Trapani(Via Milo), chiusa da febbraio 2013.
Rimane, infine, irrisolta la situazione che riguarda l’integrazione vettoriale e tariffaria sul nodo metropolitano di Catania tra Trenitalia-FCE-Metropolitana e Amts, a differenza di quanto prevista nel primo contratto di servizio 2017-2026, mentre ancora si attende l’avvio del servizio metropolitano cadenzato Taormina, Catania e l’Aeroporto Fontanarossa. A fronte di questi ritardi si è fatto ben poco, anzi, si è investito di più sulle infrastrutture per il trasporto su gomma che per realizzare nuovi binari o per migliorare velocità e frequenze dei treni su quelle esistenti. Le inaugurazioni di nuovi binari in città, dal 2016 al 2025, ossia negli ultimi 10 anni, parlano di un lento e inadeguato sviluppo dei sistemi di trasporto urbano in Italia: solo 2,85 km all’anno di nuove metropolitane e addirittura 1,28 km all’anno di tranvie: una piccola nuova apertura della linea di Catania, controbilanciata dalla chiusura di un tratto ben più ampio della ferrovia Circumetnea, in vista dei lavori di conversione a metropolitana.
A Palermo sono state approvate le nuove tratte tranviarie sebbene in ritardo.
Sbloccato l’iter per la A nord, ossia quella che collega piazza Giovanni Paolo II (ex piazza Alcide De Gasperi) con via Duca della Verdura, passando da via Libertà e via Marchese di Villabianca. Il MIT ha firmato il decreto che attribuisce la disponibilità di 481 milioni euro al sistema tram di Palermo come attualmente rimodulate. La Giunta comunale ha approvato il progetto definitivo generale delle tratte D (stazione centrale-Bonagia), E1 (Croce Rossa-Francia), E2 (Francia-Zen-Mondello), F (via Crispi-Foro Italico), G (Zen-Sferracavallo). L’importo complessivo è di 519 milioni. Il problema rimane la cancellazione, de facto, del tratto centrale della rete tranviaria, la tratta A completa, senza la quale la rete sarà monca.





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