30.10.2025 – Paesaggi rinnovabili: a Gibellina il dibattito sul futuro del paesaggio siciliano tra transizione energetica, crisi climatica e cultura: “Non difendiamo il paesaggio dal cambiamento, ma attraverso il cambiamento”
- data Ottobre 30, 2025
- autore ufficiostampa
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Un confronto franco e partecipato, quello che si è svolto ieri pomeriggio alla Fondazione Orestiadi di Gibellina, nell’incontro “Salviamo il paesaggio dalla crisi climatica” promosso da Legambiente Sicilia nell’ambito del progetto Sicilia Carbon Free.
L’iniziativa ha riunito amministratori, tecnici, aziende energetiche e associazioni, per riflettere su come la transizione energetica possa diventare un’occasione di rigenerazione del paesaggio e delle comunità locali.
“La vera emergenza non è il cambiamento del paesaggio – ha sottolineato Tommaso Castronovo presidente di Legambiente Sicilia – ma la crisi climatica che lo sta cancellando. Difendere il paesaggio significa guidarne la sua trasformazione, non subirla”.
Un messaggio che trova nel Cretto di Burri un simbolo potente: la capacità di rigenerare una ferita attraverso la cultura, di trasformare la perdita in forma e significato.
Con 5.968,22 MW (dati Terna aggiornati al 30 settembre 2025) di potenza rinnovabile installata – di cui 2.954,23 MW di fotovoltaico e 2.484 MW di eolico – la Sicilia è tra le prime regioni italiane per produzione da fonti rinnovabili.
Tuttavia, secondo gli obiettivi nazionali di burden sharing al 2030, la nostra regione dovrà raggiungere almeno 14.121,1 MW installati: nei prossimi cinque anni dovranno quindi entrare in funzione oltre 8.000 MW aggiuntivi, a fronte dei circa 2.000 realizzati nell’ultimo quinquennio.
Per questo il tema delle aree idonee diventa strategico: individuare i territori più adatti a ciascuna tecnologia, garantendo la tutela dei valori paesaggistici e agricoli, è fondamentale per definire nuovi criteri di pianificazione, alla luce della reversibilità delle energie rinnovabili che sono più che mai necessarie per tutelare la biodiversità, l’agricoltura, i territori e le comunità dagli effetti dei cambiamenti climatici.
Il dibattito è partito dalle relazioni dei rappresentanti delle aziende energetiche che hanno presentato due dei progetti più significativi previsti nell’area del Belìce: il repowering del parco eolico Santa Ninfa di RWE e il progetto agrivoltaico di Tozzi Green.
Entrambe le realtà hanno condiviso la necessità di un dialogo stabile con le comunità locali, per accompagnare la transizione energetica con consapevolezza e partecipazione.
Le relazioni sono state precedute da un intervento introduttivo di Anita Astuto, responsabile energia e clima di Legambiente Sicilia, che ha ricordato come la crisi climatica stia già ridisegnando in modo permanente i paesaggi siciliani e colpendo duramente l’agricoltura: 146 eventi estremi negli ultimi 10 anni che hanno scolpito il settore agricolo (grandinate, gelate tardive, siccità, alluvioni, calura estrema) di cui 79 solo negli ultimi 2 anni.
In vista del 2026, anno in cui Gibellina sarà Capitale Italiana dell’Arte Contemporanea, l’incontro ha voluto aprire un dialogo tra cultura, tecnologia e società, chiamando artisti, amministratori e cittadini a immaginare insieme il futuro del paesaggio come bene comune.
“Il Cretto di Burri è la prova che il paesaggio può rinascere attraverso la cultura” – ha ricordato Enzo Fiammetta – direttore del Museo delle Trame Mediterranee – Fondazione Orestiadi -.
Oggi dobbiamo avere il coraggio di costruire un nuovo patto tra arte, natura e innovazione”.
L’incontro si è concluso con una riflessione condivisa:
“Non lasciamo che sia la crisi climatica a disegnare il paesaggio. Diamo un futuro al paesaggio di oggi, lasciando che sia la cultura a tracciare la strada — non la paura e il pregiudizio”.





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