12.01.2016 – Legambiente Sicilia chiede il ritiro immediato del bando dell’Assessorato regionale all’Ambiente per l’affidamento in gestione delle riserve naturali “grotte”
- data Gennaio 12, 2016
- autore ufficiostampa
- In COMUNICATI STAMPA
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Con un ampio e articolato documento inviato al dirigente generale del Dipartimento regionale Ambiente, Maurizio Pirillo, la Legambiente Sicilia ha radicalmente contestato e smontato i contenuti e i presunti obiettivi falsamente innovativi che si pone il bando per l’affidamento in gestione delle riserve naturali “grotte”, pubblicato sul sito dell’Assessorato lo scorso 29 dicembre.
La Legambiente dichiara di non essere prioritariamente contraria a stabilire nuovi principi di gestione per le riserve e nuovi criteri più economici e nuovi, ma partendo da un’analisi oggettiva delle esperienze finora fatte e da un serio e approfondito confronto. Tutto questo non è minimamente contemplato da questo immotivato atto amministrativo.
Per Legambiente il bando è illegittimo, perché non rispetta le deliberazioni della Commissione Ambiente dell’ARS e i pareri del CRPPN, e non rispetta minimamente gli annunciati e propagandisticamente scopi che vuole raggiungere: come può un unico ente risparmiare gestendo, in futuro, riserve che si trovano in un territorio che va da Santa Ninfa (TP) a Melilli (SR)? Perché solo le grotte, tra l’altro gestite anche bene, seguono questa sorte? E le altre? Quelle con non poche criticità, per non dire di quelle in stato di serio e preoccupante abbandono, di cui sono responsabili le Province e l’ex Azienda Foreste Demaniali e per le quali la Corte dei Conti ha sollecitato delle verifiche? Parametri e criteri valutativi vanno fissati, ma devono valere per tutti.
Gianfranco Zanna, presidente regionale dell’Associazione: “Nessuna innovazione nè risparmio di risorse economiche. E’ scritto male e di fretta e vuole solo continuare a destrutturare il sistema delle aree protette siciliane: noi lo impediremo, ci batteremo per il suo rilancio e rafforzamento”.
Il bando non ha copertura finanziaria; non spiega che fine faranno le attrezzature e le strutture acquistate negli anni dalla Regione in queste riserve; non dice nulla sul regime proprietario dei terreni inclusi né sul trattamento giuridico ed economico del futuro personale dipendente da assumere per la gestione; parla di “fruizione in sicurezza” non spiegando a quali norme tecniche e legislative si debba fare riferimento.
Continua Zanna: “E’ un vero pasticcio! Ci sono troppe contraddizioni ed errori, palesi violazioni di norme e regolamenti. Ne chiediamo il ritiro immediato, questo è un atto grave e un approccio completamente scorretto per cominciare ad affrontare la riorganizzazione della gestione delle aree protette siciliane”.
Zanna ricorda che le associazioni ambientaliste unitariamente hanno presentato lo scorso 30 ottobre un documento sull’argomento che il bando ha la pretesa, sbagliatissima, di affrontare: “Perché l’Assessorato non ci ha più convocato? In quel testo, ad esempio, proponevamo gli accorpamenti di riserve seguendo un criterio comprensoriale, facendo economia di spesa e rete nei territori. La verità è che con questo ennesimo atto la Regione vuole continuare a smantellare il sistema delle aree protette e noi non solo lo impediremo ma lavoreremo e ci batteremo per il suo rilancio e il suo rafforzamento”.
Il documento è stato inviato per conoscenza all’Assessore all’Ambiente, Maurizio Croce, nella speranza che dopo un anno dal suo insediamento si cominci finalmente a occupare delle aree naturali protette, e alla Commissione Ambiente dell’ARS, alla quale è stata chiesta un’audizione sulla grave vicenda.
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