07.05.2025 – Ecogiustizia subito: in nome del popolo inquinato. ACLI, AGESCI, ARCI, Azione Cattolica Italiana, Legambiente e Libera presentano il report sullo stato delle bonifiche nella Penisola
- data Maggio 09, 2025
- autore ufficiostampa
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In Italia le bonifiche e il ripristino ambientale degli ex siti industriali e le aree inquinate sono sempre più in stallo. A pesare tre alert rossi: i gravi ritardi negli iter amministrativi, una media bassissima di ettari bonificati l’anno, i reati di omessa bonifica accertati negli ultimi 9 anni (dal 2015 al 2023). Tre indicatori che dimostrano come il Paese faccia fatica a dare ecogiustizia al popolo inquinato, alle 6,2 milioni di persone che vivono nei principali SIN e SIR monitorati, per gli aspetti sanitari, dal progetto “Sentieri” dell’Istituto superiore di sanità. La conferma arriva dai dati messi in fila nel report “Le bonifiche in stallo” presentato oggi a Roma da ACLI, AGESCI, ARCI, Azione Cattolica Italiana, Legambiente e Libera, a conclusione della campagna itinerante “Ecogiustizia subito: in nome del popolo inquinato”.
La Sicilia risulta essere la prima regione con 17 reati, seguita a grande distanza da Lazio e Lombardia, a quota 5 reati a testa. La Sicilia è anche la regione con il maggior numero di denunce, 25 tra enti o imprese e persone fisiche e sequestri, che sono stati 6.
La campagna ha fatto tappa lo scorso 12 febbraio al S.I.N di Priolo che dal 1998 è in attesa di bonifiche, giustizia ambientale e sociale. “L’ennesima storia italiana di promesse mancate, ritardi burocratici, tempi incerti e fondi bloccati. Dei 5.075 ettari di aree a terra e dei 10.129 di area a mare, secondo i dati del Ministero dell’ambiente, dal 1998 a giugno 2024 risultano bonificati con certificazioni rispettivamente appena il 2,2% (129 ettari) e il 2,1% (121 ettari).
“Quindi – sottolinea Tommaso Castronovo, presidente di Legambiente Sicilia – ben oltre il 90% del SIN è in attesa di bonifiche, mentre la popolazione continua ad ammalarsi e morire per l’esposizione a sostanze contaminanti quali amianto, diossine, PCB, metalli pesanti e solventi. Sono urgenti anche gli interventi di riconversione industriale delle produzioni inquinanti verso cicli produttivi più puliti e innovativi, all’insegna dell’economia circolare, fondati sull’uso delle fonti rinnovabili e sul risparmio delle risorse”.
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