06.12.2025 – “Non esiste certezza su tempi, dimensioni o efficacia degli impianti”. Anche la Corte dei Conti boccia gli inceneritori. Legambiente: “Al presidente Schifani chiediamo di seguire le indicazioni puntuali della Corte dei conti e di riscrivere il piano rifiuti nel pieno rispetto della gerarchia della gestione dei rifiuti, della tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini”
- data Dicembre 06, 2025
- autore ufficiostampa
- In COMUNICATI STAMPA
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“Gli inceneritori non bastano a garantire una gestione sostenibile, visto che non esiste certezza su tempi, dimensioni o efficacia degli impianti. Il rischio è che diventino soltanto un costo aggiuntivo per cittadini e Comuni, con scarti ancora da smaltire ed emissioni ambientali da gestire senza un piano credibile. A dirlo non è Legambiente, ma la Corte dei Conti, che mette nero su bianco quello che noi sosteniamo da anni”.
Il presidente di Legambiente Sicilia Tommaso Castronovo commenta il documento dei giudici contabili: “Non ci stancheremo mai di ripetere che gli inceneritori non rappresentano affatto una soluzione, tantomeno innovativa. I primi impianti per bruciare i rifiuti in Italia risalgono agli anni ’70, ma furono poi chiusi perché si scoprì che dai loro camini fuoriusciva una sostanza altamente cancerogena, la diossina, insieme a numerosi metalli pesanti. Anche negli anni 2000, restando in Sicilia, l’allora presidente Cuffaro propose un piano dei rifiuti basato esclusivamente su quattro termovalorizzatori, la cui capacità nominale avrebbe consentito di bruciare l’intera quantità di rifiuti prodotta nell’isola — allora oltre 2,5 milioni di tonnellate — mettendo così da parte la raccolta differenziata e la reale trasformazione dei rifiuti in risorsa. Chiarito che non vi è nulla di innovativo negli inceneritori, sostenere che essi rappresentino una soluzione per “trasformare i rifiuti in risorsa” è una colossale bugia. In realtà, questi impianti bruciano e distruggono i rifiuti, inclusi quelli che, in teoria, potrebbero essere differenziati e riciclati. Delle circa 600 mila tonnellate che tali impianti dovrebbero trattare ogni anno, almeno 400 mila hanno tutte le potenzialità per essere trasformate in risorsa. Ma non solo inceneritori, la Corte dei Conti stigmatizza anche la mancanza di pianificazione e gli impianti di riciclo fermi al palo. Al presidente Schifani chiediamo – conclude Castronovo – di seguire le indicazioni puntuali della corte dei conti e di riscrivere il piano rifiuti nel pieno rispetto della gerarchia della gestione dei rifiuti, della tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini”





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