Comuni ricicloni 2008


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Con l’emergenza Napoli, quest’anno, il problema dello smaltimento dei rifiuti è entrato a pieno titolo nelle grandi questioni politiche nazionali. E nel peggiore dei modi. Tutti si sono sentiti in diritto di spararla più grossa: ci sono stati quelli che “basta decidere di fare quattro inceneritori”, piuttosto che “mandiamo l’esercito”, “è tutta una camorra”, “mandiamo in Germania perché in Italia…”. Pochi ricordano che Milano nel 1996, con i rifiuti di settimane per le strade, è uscita dall’emergenza grazie a una gestione davvero integrata firmata dell’ambientalista Walter Ganapini: facendo funzionare raccolta differenziata e riciclaggio con qualche decina di impianti in città e provincia, ma anche grazie alla solidarietà di discariche e inceneritori italiani e rimodernando un vecchio inceneritore, la cui costruzione venne ultimata in sei anni. E nonostante Milano avesse già intere filiere industriali operanti nel riciclo, Milano ha portato per sette anni rifiuti in Germania (ancora oggi le scorie del forno inceneritore!). Oggi in Italia il riciclaggio è il primo (per quantità) sistema di trattamento dei rifiuti urbani dopo la discarica, il più economico, quello che garantisce le maggiori riduzioni di emissione di gas serra e quello che crea più posti di lavoro. Legambiente ha sempre considerato il recupero energetico un’opzione importante per lo smaltimento dei rifiuti, ma con impianti calibrati sulle effettive esigenze del territorio, calibrati al netto di sistemi di raccolta differenziata spinta, al netto di efficaci politiche per la riduzione della produzione dei rifiuti e senza sussidi economici come il CIP 6 (come potrebbe non avvenire per i quattro inceneritori in Campania). Infatti, pensare di risolvere il problema riempiendo l’Italia di forni in odio a Pecoraro Scanio, è come comprare oggi un SUV per girare in città: stupido, costoso e insicuro. Potete anche far intervenire l’esercito, ma rimanete in coda.

E veniamo al nostro premio, ormai giunto alla quindicesima edizione. Per entrare nella classifica dei Ricicloni quest’anno i comuni hanno dovuto centrare l’obiettivo del 40 per cento di raccolta differenziata come stabilito dalla Finanziaria 2007. Per i Comuni al di sotto dei 10.000 abitanti del Nord Italia il limite, da anni sempre più restrittivo rispetto alla normativa vigente, è invece passato dal 0 al  per cento di rifiuti differenziati. Va inoltre ricordato che la posizione in classifica è determinata dall’indice di buona gestione, descritto dettagliatamente nelle pagine successive, che prende in considerazione, oltre alla percentuale di raccolta differenziata, anche e soprattutto l’efficienza e la qualità della gestione del rifiuto cittadino nel suo complesso, dalla fase di raccolta fino allo smaltimento e recupero, secondo i dettami dello sviluppo sostenibile.

Nonostante l’aumento delle soglie di accesso alle graduatorie dei comuni ricicloni deciso dalla giuria, il numero di questi ultimi è rimasto pressochè invariato rispetto all’edizione precedente. Infatti, superando di nuovo la soglia dei mille e raggiungendo quota 1081, sono pochi di meno rispetto ai 110 del 2007. Questo conferma la tendenza generale dei comuni italiani a continuare sulla strada dell’impegno nella raccolta differenziata, anche se purtroppo, si tratta di una tendenza che non coinvolge tutte le aree del Paese.

La stragrande maggioranza dei ricicloni è sempre concentrata al Nord (sono 969) a fronte di un Centro, come riscontriamo da anni, decisamente immobile, adagiato sulla modalità di raccolta con cassonetto stradale (sono solo 42 i ricicloni) e un Sud che non decolla pur in presenza di realtà tranquillamente paragonabili ai comuni del settentrione. Il numero dei virtuosi al Sud è comunque quasi il doppio (sono 71) rispetto a quelli del Centro, e tutti concentrati in due regioni: Campania (con 39 comuni, di cui 23 in provincia di Salerno) e Sardegna (con 31 comuni); l’altro è in Calabria.

Analizzando i dati a livello regionale troviamo, in numeri assoluti, ancora la Lombardia a farla da padrona con 364 comuni virtuosi davanti al Veneto con 326. Ma se rapportiamo questi valori al numero di realtà appartenenti a ciascuna regione, è il Veneto a svettare potendosi vantare del fatto che sul totale dei comuni veneti, il 6 per cento è riciclone.

Lo scorso anno avevamo pronosticato l’ingresso tra i migliori del Friuli Venezia Giulia, il quale non ha mancato l’appuntamento e incalza da vicino la Lombardia; il venti per cento di comuni friulani è infatti riciclone. Al Nord la maglia nera va a Liguria (nessun comune riciclone) e Val d’Aosta (un solo comune in classifica). Assenti, nelle classifiche dei capoluoghi ricicloni, tutte le grandi città. Esce, seppur di poco l’unica che ne faceva parte, Torino, al 38,8 per cento di raccolta differenziata.

Eccezion fatta per Lucca, tutti i capoluoghi oltre il 40 per cento di raccolta differenziata li troviamo al Nord di cui cinque in Lombardia, altrettanti in Piemonte e quattro in Veneto. La categoria che ha risentito maggiormente dell’innalzamento delle soglie di accesso, è stata quella dei comuni al di sotto dei 10.000 abitanti del nord con 48 comuni in meno rispetto allo scorso anno. Nelle prime venti posizioni di questa classifica balza all’occhio la massiccia presenza delle province di Trento e Treviso con 11 e 6 comuni rispettivamente. La categoria che invece ha visto l’incremento maggiore di ricicloni è quella dei comuni dell’area Nord oltre i 10.000 abitanti (+19) decisamente dominata dalla provincia di Treviso con 14 comuni tra i primi venti. Numeri questi che confermano il Veneto come regione più riciclona d’Italia.

Nella speciale graduatoria dedicata ai consorzi la novità arriva dal Trentino con Fiemme Servizi – Val di Fiemme che, già seconda nell’edizione dello scorso anno, scalza dal podio il pluripremiato Consorzio Intercomunale Priula, seppur di solo mezzo punto percentuale. Anche in questa classifica è il Nord-Est d’Italia ad avere la meglio vantando sette realtà consortili nei primi dieci posti (quattro in Veneto, due in Trentino e una in Friuli Venezia Giulia). Dei 32 consorzi ricicloni 31 operano al Nord e uno al Sud, in Sardegna. Segno evidente che il sistema di gestione intercomunale vanta risultati positivi in termini di efficienza organizzativa solo in una parte del Paese, non piccola però, considerando che il totale dei cittadini serviti da questi consorzi sfiora i cinque milioni.

Andrea Poggio
Vicedirettore generale Legambiente

DOSSIER COMUNI RICICLONI 2008

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